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Pensioni, la beffa per i giovani: andranno in pensione a 75 anni

Le pensioni di domani: un drammatico punto interrogativo.

pensioni-scuola-quota-96-disegno-di-legge-per-modificare-riforma-fornero-680x365Lo scenario preoccupante prospettato dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, nel convegno “Pensioni e povertà oggi e domani”, è una pugnalata alle già compromesse speranze dei giovani italiani. 

Non bastava la disoccupazione, il lavoro precario, ora anche la pensione, per le generazioni precedenti così tanto agognata, rischia di diventare, per i giovani,  un incubo, un traguardo quasi impossibile da raggiungere. 

Secondo il presidente dell’Inps, le generazioni anni ’80 saranno le più colpite in futuro, nel 2050, quando avranno circa 70 anni. “Tra la generazione degli anni 80 c’è una quota non piccola che dovrà andare in pensione a 75 anni”, ha dichiarato tragicamente.

“Se l’economia italiana – ha spiegato –  non cresce al di sopra dell’1% all’anno e se non c’è un processo di stabilizzazione maggiore del lavoro con prospettive di lavoro più lunghe senza le interruzioni che contraddistinguono i contratti precari, ci potrebbero essere seri problemi di adeguatezza futura”.

Questi i dati allarmanti: si lavorerà più a lungo anche in rapporto alle speranza di vita; pensioni del 25% più basse di quelle di oggi anche tenendo conto degli anni di percezione; problema di adeguatezza con crescita dell’1% e interruzioni di carriera; problemi per chi perderà lavoro sotto i 70 anni da carriere e bassi salari. Ed inoltre un altro dato riguarda il gap di genere forte tra uomini e donne: le donne, tra i trenta e i quaranta anni, che si assentano fino a 5 anni per crescere i figli, rischiano di perdere il 10% della pensione spettante.

Il rischio di povertà si è trasferito nel tempo dagli anziani ai giovani, che la pensione la vedranno sì ma con il binocolo.

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