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La mamma di Giulio Regeni: “Non era andato in guerra, ma ha ricevuto un trattamento nazifascista”

Giulio era andato in Egitto a fare ricerca, era un ragazzo contemporaneo. Non era andato in guerra.

Eppure ha ricevuto un trattamento nazifascista, di terribili torture, come quelle che hanno marchiato alcune guerre del passato. È stato ucciso, è stato torturato. Tutto il male del mondo si è scatenato contro un ragazzo indifeso. “Forse è dal nazifascismo che non ci troviamo di fronte ad una situazione come quella successa a Giulio”.

Le parole composte, ma non rassegnate, della mamma di Giulio, Paola, durante la conferenza stampa indetta dal senatore Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti umani del Senato, sono esemplari. Tuttavia sono dolorose, perchè è un dolore che si rinnova, sempre. “Un dolore necessario”, ha detto Paola. Non è facile stare lì a parlare e rispondere ai giornalisti sulla morte di un figlio. Quella di Paola, e dei genitori di Giulio in generale, è una lezione dignitosa sulla vita e sulla sofferenza umana. 

“Abbiamo educato i nostri figli perchè si aprissero al mondo, io sono stata anche insegnante, e insieme abbiamo portato dei valori”.

regeni