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Renzi tra propaganda e attacchi al M5S oscura le vicende del Pd

Matteo Renzi da una parte fa propaganda e dall’altra attacca il Movimento 5 Stelle.  Il tutto oscurando le vicende per niente limpide del suo Partito Democratico (ieri Uggetti, oggi Soru, domani chissà).

Da una parte promette stabilità per le pensioni nel 2017, tagli all’Irpef per aiutare le famiglie e la possibile abolizione del bollo auto, dall’altra si accanisce con l’opposizione: “Il M5S è la quintessenza dell’opacità, un monumento al nepotismo nel senso tecnico del termine: il documento su cui si fonda porta le firme di Grillo, del commercialista di Grillo, di Casaleggio e del nipote di Grillo. È il nepotismo applicato a un movimento politico. Noi invece siamo una comunità di persone, che sanno discutere, anche troppo a volte”, ha detto Renzi. “Se uno vale uno non appartiene a una società. Se lo scettro passa al figlio non è democrazia, è dinastia”.

È la  risposta del presidente del Consiglio, durante il question time alla Camera, alle parole di Massimo Dell’Orco del M5S: “È ormai chiaro a tutti che questo Paese non è governato dai politici, ma dai petrolieri e dai banchieri. La domanda che le rivolgiamo è: fino a che punto questi portatori di interessi privati sono coinvolti nelle decisioni del governo?”.

Ma il premier sul caso banchieri e Banca Etruria avrà omesso qualcosa?

matteo renzi