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Perché ci piace l’odore della terra bagnata? La scienza ce lo spiega

Riconosciamolo, l’odore della terra bagnata ci emoziona.
Evoca l’infanzia, il campo, la libertà, la felicità!
Ogni giorno entriamo in contatto con centinaia di odori.

Perché ci piace l'odore della terra bagnata? La scienza ce lo spiega

Tuttavia, ce ne sono alcuni che ci piacciono più di altri. Ad alcuni piace l’odore dei libri nuovi, il profumo del pane appena sfornato, ad altri l’odore della terra bagnata.

Diciamo a tanti, più che ad alcuni. Ci siamo chiesti come mai? Perché ci piace l’odore della terra bagnata e della pioggia?

È una questione culturale o ci è stata trasmessa dai nostri lontani antenati?

Gli odori innescano una connessione quasi istantanea con le emozioni cerebrali. Il nostro bulbo olfattivo ha collegamenti diretti con il sistema limbico e l’amigdala, aree legate all’elaborazione e alla modulazione degli stati emotivi. Infatti, negli studi in cui è stata utilizzata la risonanza magnetica si è potuto riscontrare che gli odori che conosciamo (sia quelli che risvegliano ricordi positivi che negativi) attivano immediatamente le strutture più remote del nostro cervello.

Perché ci piace l'odore della terra bagnata? La scienza ce lo spiega

I neuroscienziati ritengono che questo legame così speciale può trovare le sue radici nel nostro passato più lontano.
L’olfatto deve essere stato un senso molto importante per i nostri antenati, come lo è oggi per la maggior parte degli animali. L’olfatto poteva avvertire persino di un pericolo da risultare essenziale per la salvezza di vite umane. Non ci si deve meravigliare quindi del fatto che gli aromi scatenino una reazione emotiva quasi istantanea e particolarmente intensa.

Ovviamente, non siamo solo programmati per evitare i rischi, ma anche per cercare il piacere. Questa connessione si crea con gli odori che sono stati collegati a esperienze positive, come ad esempio il caso del profumo della terra bagnata o della pioggia.

L’odore di terra bagnata e della pioggia è composto da due profumi abbastanza facili da differenziare: il Petrichor, che è fresco, dolce e morbido, che emana soprattutto dalle pietre, e dalla geosmina, che è più forte, con un sentore di muffa e proviene dalle piante e dal terreno umido.

petrichor

Secondo gli scienziati il nostro piacere per l’odore della terra bagnata è un’eredità dei nostri antenati, per i quali la pioggia è sempre stata fonte di vita e di sopravvivenza. Il Petrichor, un termine coniato nel 1964 da due scienziati australiani che studiavano l’odore della pioggia, viene rilasciato quando le gocce di pioggia si scontrano contro le rocce. In quel momento si liberano una serie di oli  provenienti dalle piante, che si sono accumulati durante il periodo di siccità.

Perché ci piace l'odore della terra bagnata? La scienza ce lo spiegaSecondo gli antropologi, i nostri antenati hanno stabilito un forte legame positivo con quell’odore, che indicava loro la conclusione della siccità e l’inizio della pioggia, che avrebbe fatto rinascere le piante e aumentare la loro possibilità di sopravvivenza.

Inoltre, è una molecola prodotta dal batterio actinomyces che cresce nei terreni umidi e contribuisce a decomporre il materiale organico formando l’humus.
Quando c’è la siccità, il batterio rilascia le sue spore per sopravvivere (questo processo è noto come fase dormiente ed è un meccanismo di difesa contro la disidratazione). Tuttavia, quando arriva la pioggia queste spore si diffondono attraverso l’aria e rimangono sospese nell’atmosfera producendo l’odore della terra bagnata, che ha un sentore leggero di muffa.

In alcuni studi si è riscontrato che l’odore della geosmina guida gli animali verso l’acqua nel deserto ed è noto che anche gli esseri umani sono particolarmente sensibili a questa molecola. Pertanto, ancora una volta si conferma l’ipotesi che ci attrae l’odore della terra bagnata perché per i nostri antenati era sinonimo di vita e cibo.
Ovviamente, quando una persona ha vissuto un’esperienza negativa o traumatica e l’ha associata a questo odore, smette subito di trovarlo bello perché il cervello lo classifica tra gli odori da evitare.

da Cultura Inquieta