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Deepak Chopra: “Come liberarsi dai condizionamenti del cervello”

Su molti fronti la gente sente il bisogno di cambiare la propria vita. Quindi perché non ci riesce? Viviamo in tempi terapeutici. Siamo sommersi da consigli su come raggiungere il successo. Eppure, quando impostiamo le nostre menti per fare qualcosa di apparentemente semplice – la perdita di peso, la rinuncia ad una cattiva abitudine, agire in maniera più carina nei confronti delle persone, e così via – qualcosa interviene tra l’intenzione e l’obiettivo. Questo “qualcosa” esiste nella relazione tra la mente, la quale emette un desiderio o un’intenzione, e il cervello, che è l’apparato fisico per la realizzazione di desideri e intenzioni.

Se si crede che il cervello è la mente,  c’è poco spazio per la soluzione del problema.

È come una conversazione tra due persone, dove una persona è dominante un momento e l’altra persona è dominante successivamente. Nel dialogo tra mente e cervello, il più delle volte la mente è automaticamente dominante. Se si vuole alzare il braccio, il cervello invia i segnali appropriati, senza ostacoli di interferenza.

Ma a volte il cervello interpone il proprio feedback, e quindi i segnali diventano confusi.

La mente allena il cervello a fare X e il cervello fa X per tutto il tempo. Se guardate la vostra vita, si possono trovare innumerevoli esempi di come il cervello limita la libertà di scelta. Per esempio,

– Quando rifiutiamo suggerimenti senza considerali.

– Quando i nostri rapporti ripetono gli stessi modelli negativi.

– Quando reagiamo alle situazioni automaticamente con ansia, rabbia, o qualsiasi emozione negativa.

– Quando ci sentiamo minacciati dal cambiamento.

– Quando vecchi traumi diventano un problema da affrontare.

– Quando ci sentiamo bloccati.

Essere bloccati in generale avrà qualche componente di formazione nel cervello, perché le stesse vie dell’abitudine, sentimenti e pensieri sono in qualche modo impressi nel sistema nervoso. Spiegare come ciò si verifica è molto difficile. È il karma? È il subconscio? Nessuno di questi termini sono in realtà le spiegazioni vitali – sono solo modi alternativi per dire che la mente si ritrova bloccata o senza libertà di scelta. Tuttavia il problema è evidente. Dobbiamo trovare il modo per rendere la mente dominante nella conversazione mente-cervello.

Essere bloccati in un solco mentale è più difficile perché la mente e il cervello sono aggrovigliati e intrecciati.

Tuttavia sono emerse alcune soluzioni praticabili:

È possibile allenare il cervello a nuove abitudini. Ciò si verifica quando le persone acquisiscono migliori abitudini nella dieta, nell’esercizio fisico, nella gestione dello stress, ripetendo le nuove modalità più e più volte, fissando così le nuove abitudini.
È possibile adottare un nuovo modo di relazionarsi con il proprio cervello. Questo accade quando le persone fanno meditazione, per esempio, o altre pratiche contemplative. Queste pratiche si affidano alla mente per fermare la guerra con il cervello. Il nuovo rapporto è di coesistenza pacifica.

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In un modo o nell’altro, tutte queste tattiche sono attuabili e auto-limitanti. Il problema, per cominciare, è che il cervello è molto testardo e tende a persistere nonostante i nostri sforzi per annullarlo. Inoltre, la maggior parte delle persone trovano quasi impossibile sapere dove la mente finisce e comincia il cervello. Se dici “Odio gli spinaci,” stai facendo come un robot che obbedisce a vecchi schemi dell’infanzia, o stai esprimendo te stesso come una persona che effettua una libera scelta? Essere un robot biologico già suona male, ma di gran lunga più preoccupante è aspettarsi che il robot ha il potere di bloccarti.

Per questa ragione, la tradizione spirituale orientale – che è anche una profonda tradizione di pensiero, il comportamento e la psicologia – prendono una strada diversa. Si presuppone che nessuno può fare un passo fuori dal proprio condizionamento fino al punto di liberarsene. Siamo dentro le nostre menti in ogni momento, e il cervello interagisce con la mente ad ogni secondo. Questa è la configurazione in cui deve avvenire il cambiamento. L’unico modo per essere liberi, allora, è se la libertà esiste già. Sotto, dietro, o al di là del sistema mente-corpo, ci deve essere uno stato completamente diverso di consapevolezza, uno che non è né addestrato né addestrabile, né conflittuale né confuso, né coinvolto o non coinvolto.

In altre parole, questo stato di consapevolezza deve esistere oltre il gioco degli opposti, un gioco che mantiene dualità e separazione costantemente in movimento.

Ogni volta che si sceglie A su B, si definisce se stessi dalla scelta effettuata. Alcune scelte sono importanti, come quando decidiamo chi sposare; alcune scelte sono minori, come cambiare le marche di un detersivo o il colore dei capelli o le scarpe. Ma grande o piccolo che sia, scegliendo tra A e B il cervello viene addestrato ad accettare, registrare, ricordare e installare le scelte che modellano quello che sei oggi.

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Da questa analisi, la tradizione orientale sostiene che ci deve essere uno stato di consapevolezza senza scelta, per il semplice motivo che il selettore, quello che realizza tutte queste piccole e grandi decisioni, non è di per sé una scelta. “Essere o non essere” non è sicuramente la questione. Noi tutti esistiamo; tutti noi abbiamo un sé; noi tutti partecipiamo alla vita. Così lo stato di consapevolezza senza scelta è definita come la fonte della mente, il punto iniziale o zero, che ci dà la nostra esistenza.

Invece di scegliere nuovi modi di agire, pensare e sentire, siamo in grado di spostare la nostra fedeltà a uno stato di consapevolezza in cui l’azione, il pensiero, e la sensazione automaticamente si sincronizzano con ciò che è necessario.

Ciò che è importante capire è che il proprio mondo interiore può essere liberato. La possibilità è aperta a tutti.

Deepak Chopra è un pioniere di fama mondiale nel campo della medicina integrativa e trasformazione personale,  autore di più di 80 libri tradotti in oltre 43 lingue.

(traduzione dall’Huffington post)