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Il degrado digitale: Crozza in uno sketch divertente mostra il volto di un’umanità “persa” (video)

“Vai col selfie, fate finta di divertirvi. Poi vi taggo. Tutti. La metto su Facebook? Instagram? Twitter? Ma sì la metto ovunque, così i miei figli capiscono che sono ancora vivo.

Per anni, sui telefoni Sip c’era ‘sta minchia di tastino col cancelletto e nessuno sapeva a cosa servisse. Diciamo che Twitter è nato proprio per dare un senso a quel fottuto tastino”. È la fotografia vera, e allo stesso tempo inquietante, di un’umanità persa quella tratteggiata ieri da un grandissimo Maurizio Crozza nel corso della trasmissione di La7 “Crozza nel paese delle meraviglie”. In questo video l’analisi sociologica di Crozza, seppur divertente e scanzonata, è un invito alla riflessione.

A tavola, in una riunione, in classe, o in camera da letto, o in un bar o in bagno, stiamo sempre appiccicati al telefono.

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Si potrebbe parlare, conversare, chiacchierare.. semplicemente aprire bocca e condividere una parola vera, ma si preferisce inviare un wathsapp, strisciare col dito sullo smartphone alla ricerca di un non so che, twittare, navigare, acquistare, “refreshare” la pagina…

Questa è la nuova disumana era digitale, un mondo di collegamenti incessanti che sta distruggendo una cosa essenziale: la conversazione a tempo indeterminato. Questo silenzio significa che la nostra capacità di relazionarsi con gli altri sta scomparendo,  spiega lo psicologo Turkle al Washington Post, che per decenni ha studiato il nostro rapporto con la tecnologia.

Turkle ci spiega come, con i cellulari in mano, ci allontaniamo dai nostri figli, amici e colleghi di lavoro, anche da noi stessi.

Siamo attratti da quei dispositivi, sempre nelle nostre mani o sempre a portata di mano, perché sembrano concedere tre desideri: “In primo luogo, che saremo sempre ascoltati; secondo, che possiamo mettere la nostra attenzione ovunque noi vogliamo che sia; e la terza, che non staremo mai soli”. Un quarto desiderio, secondo Turkle, è implicito: che non ci annoieremo mai.

Ma nella fretta di essere ascoltati da persone lontane, perdiamo quelle più vicine a noi.

Smartphone addicted