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Un premio per ricordare l’impegno pedagogico di Aurelia Josz, vittima dell’Olocausto

Aurelia Josz, italiana, è una delle tante, tantissime, troppe vittime dei campi di concentramento nazista e dell’olocausto. 

Educatrice, fondatrice della prima scuola agraria femminile, Aurelia Josz morì ad Auschwitz nel 1944.

Tuttavia il suo ricordo è sbiadito, non c’è neanche una pagina di wikipedia che parla di lei anche se un’ampia biografia è disponibile sull’Enciclopedia delle donne.

È di poco tempo fa la la notizia che il Comune di Milano ha accolto la richiesta di intitolare il museo Botanico ad Aurelia Josz.

Per festeggiare l’intitolazione il gruppo che ha suggerito il nome all’Amministrazione ha deciso di istituire un premio in memoria del suo impegno nell’insegnamento.

Fu la prima donna a fondare, nel 1902, la prima Scuola Pratica Femminile di Agricoltura. Situata presso l’Orfanotrofio della Stella di Milano, la scuola fu successivamente trasferita nel quartiere di Niguarda, proprio nell’area intorno a Villa Lonati dove oggi ha sede il Museo Botanico.

Il premio Aurelia Josz ha ottenuto il patrocino del comune di Milano. Quest’anno il tema sarà ”Sentieri e confini”.

“Affinché niente ci separi, ognuno deve sentire la separazione […]
Noi però vogliamo parlare di confini, e attraversiamo confini anche in ogni singola parola: noi li passeremo per nostalgia
e poi saremo in armonia con ogni luogo.”
(Ingeborg Bachman)

Il concorso prevede tre sezioni: poesia inedita in lingua italiana, non superiore ai 45 versi (ogni autore può concorrere con una o al massimo tre poesie); racconto breve in lingua italiana, massimo 4 cartelle (circa ottomila battute); fotografia scattata dal cellulare. È destinato sia agli studenti tra i 15 e i 19 anni, che agli adulti dai 19 anni in su. I primi classificati di ogni categoria riceveranno un premio pari a 200 euro. Tutte le opere dovranno essere ispirate al tema. Dovranno essere inviate unitamente alla scheda di partecipazione, pena l’esclusione dal concorso, entro il 24 aprile 2016 tramite posta elettronica a premioaurelia2016@gmail.com

logo Aurelia Josz

Il nostro intento – spiegano gli organizzatori – è quello di far conoscere la storia di Aurelia al maggior numero di persone, di portare il suo ideale pedagogico ed educativo nelle scuole, di parlare di questa donna eccezionale ai ragazzi delle scuole professionali e dei corsi di avviamento al lavoro e dar loro la possibilità di esprimersi in libertà, anzi premiandoli. Abbiamo esteso la partecipazione agli adulti perché diffondano il suo nome. Chiunque racconti la storia di una donna come Aurelia Josz merita di essere ascoltato, ben venga ogni voce, istituzionale o estemporanea. Noi della giuria siamo un gruppo di amici che provengono da lavori ed esperienze diverse uniti dalla volontà di collaborare in maniera orizzontale per portare avanti questo progetto, con entusiasmo e senza altro scopo che quello di dare lustro al nome di Aurelia Josz”.

Aurelia Josz attraversò le prime decadi del 1900 dedicandosi alla formazione di decine di giovani donne milanesi ai margini della società, orfane o figlie di piccoli proprietari terrieri, destinate a rimanere chiuse in convitti o tra le mura di casa. Convinta della necessità di una visione moderna dell’agricoltura, chiamò a Milano i più importanti agronomi italiani e istituì molti corsi, tra cui alcuni all’avanguardia in un contesto urbano come bachicoltura e apicoltura. Nel 1921 diede vita al primo Corso magistrale agrario per maestre rurali.
Di origini ebraiche, Aurelia aderì al Gruppo sionistico milanese di Bettino Levi, unendo così la sua fede sionista con quella nella cultura, nell’impegno e nel progresso, così come fecero tante altre ebree italiane dell’epoca, indipendentemente dalla loro osservanza religiosa. Nella prima metà degli anni trenta impiantò, in soli sei mesi, un’altra scuola agraria a Sant’Alessio in provincia di Roma. Rifiutò sempre la tessera del partito fascista e per questo il regime la escluse progressivamente da ogni incarico, revocando i finanziamenti statali anche alla scuola di Niguarda. Rifiutatasi di espatriare dopo le leggi razziali del 1938, il 15 aprile 1944 venne arrestata ad Alassio (Imperia), condotta nelle carceri di Marassi (Genova) e da lì deportata prima al campo di concentramento di Fossoli, poi al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove giunse, dopo un viaggio nei vagoni piombati, il 30 giugno 1944. Venne uccisa, durante le selezioni iniziali, il giorno dopo il suo arrivo.

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