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Bauman: “Lo spettro dell’uomo forte nasce dalla classe media ansiosa e impaurita”

Lo spettro della donna e dell’uomo forte al potere, nasce, secondo Bauman, dall’ansia che di questi tempi sta tormentando la classe media, impaurita dalla crisi, dalla miseria, dagli immigrati.

In un articolo a sua firma, pubblicato di recente dal Corriere della Sera, “L’uomo forte e le democrazie” (intervento che Zygmunt Bauman ha inviato agli Istanbul Seminars, il think tank  di ResetDoc ), c’è un’analisi approfondita della questione di così grande attualità in questo particolare momento storico.

Oggi molti cittadini vivono con  i soldi contati, con un lavoro precario, incerto, o addirittura senza lavoro. Milioni di persone a rischio di cadere nel baratro da un momento all’altro.

Ed ecco che in soccorso degli indifesi, dei deboli, degli insicuri, degli impauriti arriva l’uomo forte con i suoi “trucchi da impostore”. Di fronte alla perdita del lavoro e alle difficoltà economiche una parte della classe “ansiosa” è pronta a seguire l’ondata della politica razzista e nazionalistica (qui il riferimento è a Trump) che si alimenta attraverso “timori cosmici”, catastrofi, credenze, paure.

Questo in sintesi la lettura degli accadimenti politici nella società odierna.

Ne riportiamo alcune parti:“ Come generatori di paura ufficiale, i detentori del potere si affannano a ingigantire le incertezze esistenziali che hanno dato forma allo spettro e perennemente lo ricreano; i detentori del potere puntano a fare qualsiasi cosa per rendere quello spettro il più tangibile e credibile — il più «realistico» — possibile. Dopo tutto, la paura ufficiale dei loro soggetti è ciò che, in ultima analisi, li mantiene al potere. Tuttavia, in una società disgregata e ridotta a un ammasso di attori individuali (costretti a fingere la loro autosufficienza), i detentori del potere potrebbero anche essere tentati di appoggiarsi sempre di più su di noi, i loro stagisti insicuri, precari, non retribuiti e non tutelati, che vivono la loro vita frammentata in una società la cui frammentazione è da loro voluta, alimentata e giornalmente riprodotta”.

Bauman: "Lo spettro dell'uomo forte nasce dalla classe media ansiosa e impaurita"

Portando come esempio un classico che è l’immigrazione, Bauman chiama in causa Eric Hobsbawm, uno “degli storici più acuti dell’era moderna” : «Ogni volta i movimenti di identità etnica sembrano scaturire da reazioni di debolezza e di paura, tentativi per innalzare barricate atte a tenere a bada le forze del mondo moderno… Ciò che alimenta queste reazioni di difesa, contro minacce reali o immaginarie, sono gli spostamenti di popolazioni internazionali che si accompagnano a drammatiche trasformazioni socio-economiche, senza precedenti e ultraveloci. Dovunque viviamo, in una società urbanizzata, incontriamo stranieri: uomini e donne sradicati dai loro Paesi, che ci richiamano alla mente la fragilità e il decadimento delle nostre stesse radici familiari. Loro, gli stranieri, saranno accusati di tutte le nefandezze, incertezze, disorientamento e confusione che molti di noi provano, dopo quarant’anni di sconvolgimenti così rapidi e profondi da risultare senza precedenti nella storia umana».

Leggiamo e rileggiamo l’opera cardine di Hobsbawm, «Nazioni e nazionalismi dal 1780», dice Bauman, in cui ci insegna che le società in declino puntano tutte le loro speranze su un salvatore, su un uomo (o una donna) della provvidenza, e sono alla ricerca di un nazionalista risoluto, militante e battagliero: qualcuno che promette di spegnere l’interruttore del pianeta globalizzato, di sbarrare quelle porte che già da tanto tempo hanno perso — o a cui sono stati rotti — i cardini, rendendole inutilizzabili.

La verità, secondo Bauman, “è che le scorciatoie suggerite dagli uomini e dalle donne forti che aspirano al governo restano assai seducenti, per quanto fuorvianti. Tratteggiano una visione di ripristino e riappropriazione di tutto ciò di cui un numero crescente dei nostri contemporanei avverte la mancanza nella politica odierna, contraddistinta da una carenza progressiva di potere, incapace pertanto di impedire i danni arrecati da elementi che si sottraggono al suo controllo, pronta a ignorare, o a distruggere sul nascere, ogni tentativo messo in atto dai politici liberal-democratici per riconquistare la loro sempre più debole autorità. Il peccato imperdonabile della democrazia, agli occhi di un numero sempre crescente di quanti dovrebbero beneficiarne, è la sua incapacità ad attuare quanto promette. Il ruolo di uomo o donna forte, che tanto seduce i candidati elettorali, sta proprio nella promessa di agire. In ultima analisi, l’attrattiva dell’uomo o della donna forte si basa su una serie di pretese e promesse che restano ancora tutte da dimostrare”.