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La musica reggae diventa patrimonio dell’Umanità

L’Unesco consacra il reggae a patrimonio dell’Umanità e santifica i suoi figli prediletti, Bob Marley e Peter Tosh in prima linea.
La musica giamaicana, famosa in tutto il mondo grazie a pezzi come Jammin’, Natural Mystic, Johnny B. Goode, riceve un riconoscimento ufficiale per “il suo contributo al dibattito internazionale su questioni di ingiustizia, resistenza, amore e umanità”.

“Get up, stand up: stand up for your rights!”, alzati e difendi i tuoi diritti, diceva Bob Marley; la sua musica è fortemente dedicata al tema della lotta contro l’oppressione politica e razziale e all’invito all’unificazione dei popoli di colore come unico modo per raggiungere la libertà e l’uguaglianza.

Il reggae è una musica prevalentemente gioiosa, rilassante e con un tipico andamento lento.

Storia del reggae
Cambia il ruolo del basso e della chitarra rispetto al rock: il primo strumento diventa predominante. L’early reggae (così chiamato in seguito per distinguerlo da altre forme successive) era caratterizzato da molteplici sfumature: oltre alle sonorità tipiche dello ska e del rocksteady, erano presenti forti influenze soul, supportate da nuove introduzioni strumentali come l’organo e le chitarre. I gruppi erano caratterizzati da robuste linee di basso, chitarra in levare, la batteria in rimshot (ovvero un colpo dato prendendo sia la pelle del rullante sia il bordo in metallo), e, come nel rocksteady, fiati meno presenti, largamente utilizzati invece nello ska. Il genere venne caratterizzato anche da una pesante ritmica in backbeat. Il termine reggae può essere utilizzato genericamente per definire diversi tipi di musica giamaicana, tra cui in maniera molto generica anche ska e rocksteady, o veri e propri sottogeneri come dub, dancehall.