The Universal

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Tutto il mio folle amore, l’autismo raccontato da Gabriele Salvatores

L’autismo entra nelle vite delle famiglie in maniera stravolgente. Stravolge e travolge come un turbine inaspettato, cambiando vita, abitudini e punti di vista.

Bisogna ricalibrare le aspettative, disimparare e imparare di nuovo in termini di giudizio, di raffronto, di linguaggio.  Come per le nozioni illogiche ma fortemente radicate di cosa è normale e cosa è patologico o la parola “disturbo”.

Bisogna insomma assumere una prospettiva nuova, basata sulla conoscenza dell’autismo e soprattutto sulla conoscenza della singolarità di ogni bambino autistico.

Oggi essere genitore di un bambino con autismo richiede forza, curiosità, creatività, pazienza, elasticità, ma anche il coraggio di pensare in grande e di sognare più in grande.

Fulvio Ervas nel suo libro “Se ti abbraccio non aver paura” narra la  storia vera di Franco e Andrea, rispettivamente padre e figlio, in viaggio in moto tra Stati Uniti e America Latina nel 2010.  Andrea ha appena compiuto 18 anni ed è stato diagnosticato come autistico dall’età di tre.

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A questo romanzo si ispira il nuovo film di Gabriele Salvatores, “Tutto il mio folle amore”, che verrà presentato al Festival di Venezia e dal 24 ottobre prossimo sarà al cinema.
Nel cast Claudio Santamaria, Valeria Golino, Diego Abatantuono e il giovane Giulio Pranno.

Sono passati sedici anni dal giorno in cui Vincent è nato e non sono stati sedici anni facili per nessuno. Né per Vincent, immerso in un mondo tutto suo, né per sua madre Elena e per il suo compagno Mario, che lo ha adottato.
Willi, che voleva fare il cantante, senza orario e senza bandiera, è il padre naturale del ragazzo e una sera qualsiasi trova finalmente il coraggio di andare a conoscere quel figlio che non ha mai visto e scopre che non è proprio come se lo immaginava. Non sa, non può sapere, che quel piccolo gesto di responsabilità è solo l’inizio di una grande avventura, che porterà padre e figlio ad avvicinarsi, conoscersi, volersi bene durante un viaggio in cui avranno modo di scoprirsi a vicenda, fuori dagli schemi, in maniera istintiva. E anche Elena e Mario, che si sono messi all’inseguimento del figlio, riusciranno a dirsi quello che, forse, non si erano mai detti.